LEGO. Una storia di famiglia by Jens Andersen

LEGO. Una storia di famiglia by Jens Andersen

autore:Jens Andersen [Andersen, Jens]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2024-09-20T19:05:25+00:00


Kjeld: «Lo spirito di papà era svanito. Da essere l’uomo pressoché inarrestabile che aveva dato un’importante spinta all’azienda negli anni Cinquanta e Sessanta, negli anni Settanta divenne improvvisamente quello che frenava e non si poneva più grandi obiettivi».

Un tempo così dinamico e ardito, ora di colpo GKC si appella alla cautela. Sulla rivista aziendale spiega che nei periodi di stagnazione si è tentati di avventurarsi in una pericolosa complessità fatta di troppi prodotti nuovi, non sufficientemente studiati: «Nel corso degli anni, ci sono stati periodi in cui ho subìto pressione anche da parti dell’organizzazione. Proponevano di ampliare la nostra gamma di prodotti. Era un ragionamento naturale per chi non conosceva LEGO a fondo. È mia convinzione personale – e anche di Kjeld, in qualità di comproprietario – che dobbiamo continuare a concentrarci sull’idea e sulla filosofia LEGO».

Si pone un freno, dunque, alle grandi novità LEGO, che sin dalla fine degli anni Cinquanta hanno entusiasmato non solo commercianti, consumatori e milioni di bambini, ma anche i dipendenti dell’azienda, e hanno fatto nascere nella fabbrica di Billund uno spirito pionieristico e una particolare sensazione di appartenenza collettiva. Nel 1976, per la prima volta da vent’anni a quella parte, non viene introdotto un solo elemento LEGO nuovo e, sempre lo stesso anno, bisogna abbandonare il tentativo di replicare il successo di LEGOLAND in terra tedesca a Sierksdorf, a nord di Lubecca. Dopo tre anni di insuccessi, il parco per famiglie tedesco chiude i battenti.

L’entusiasmo e la straordinaria volontà di iniziare qualcosa di nuovo e sconosciuto non sono più predominanti, e sempre più dipendenti ritengono che l’attuale dirigenza sia troppo conservatrice e passiva. Lo spirito LEGO non avrebbe bisogno di un minuzioso tagliando? È quello che pensa la rivista aziendale, che è stata chiamata Klodshans,1 e che nel 1975 pone queste domande: «Esiste lo spirito LEGO? E come si può descrivere?»

Molti dipendenti dicono la loro. I veterani guardano con nostalgia agli anni Cinquanta e, a un certo punto, Torsten Rasmussen, che è stato assunto nel reparto logistica, ne ha abbastanza: nel marzo 1976 l’amico di Kjeld, nonché co-autore della tesi all’IMD, si scaglia contro il sacro spirito LEGO, che a suo modo di vedere è un fantasma intignato che offusca il futuro. Il giovane Rasmussen non usa mezzi termini nel suo contributo alla rivista aziendale, che può essere letto anche come un tentativo di spianare la strada per il suo amico e futuro capo: «Trovo inopportuno che si continui a fomentare questa inaccettabile nostalgia per il passato di LEGO. Che si faccia di Ole Kirk e di GKC dei geni e delle persone infallibili. Che si trasformi lo spirito di allora in qualcosa che dovrebbe trovarsi in ogni locale. Che si renda la storia di LEGO una favola sfavillante, davanti a cui tutti dovrebbero inchinarsi. È una bella storia, certo, ma non possiamo continuare a pestare l’acqua nel mortaio. Perciò dovremmo ricacciare questo ‘spirito LEGO’ sottoterra il prima possibile di modo che non torni a infestarci!»

Così, a metà degli anni Settanta, l’azienda trattiene il



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